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Grifolia frondosa (Dicks.) Gray, 1821

Grifolia frondosa (Dicks.) Gray, 1821

foto 795
Foto: Pethan
(Da: it.wikipedia.org)

Phylum: Fungi Linnaeus, 1753

Classe: Agaricomycetes Doweld, 2001

Ordine: Polyporales Gäum., 1926

Famiglia: Meripilaceae Jülich, 1982

Genere: Grifola Gray, 1821

Descrizione

Carpoforo fino a 70 cm, ramificato a cappelli sovrapposti a forma di ventaglio di colore bruno o grigiastro, con margine ondulato. Può arrivare a pesare 15 kg. Tubuli corti, decorrenti. Pori rotondi, bianchi, inizialmente piccoli, diventano piuttosto grandi con l'età. Gambo ramificato, di colore bianco, collegato lateralmente ai cappelli. Carne bianca, immutabile, fragile. Odore intenso, non ben definibile. Sapore mite, delicato. Spore bianche in massa. Commestibilità ottima. Secondo recenti studi sembra possedere spiccate proprietà officinali. Si può mangiare fritto ed è molto buono anche sott'olio. Attenzione: secondo voci la specie in questione ha scatenato delle reazioni allergiche in alcuni individui. Si consiglia prudenza. Ricerche in medicina: AVVERTENZA: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico. Il Maitake è ricco di minerali (il potassio, calcio, e magnesio), varie vitamine (B2, D2 e Niacina), fibre e amminoacidi. Il costituente attivo che potenzia ed esalta l'attività immunitaria è stato identificato negli ultimi anni ottanta, si tratta di un materiale avvolto da una proteina polisaccaride beta-glucano, un composto talvolta ritrovato nei funghi dell'ordine Polyporales. La prevenzione del cancro è uno degli usi prevalentemente suggeriti per l'estratto di questo fungo. Questo fungo noto terapeuticamente come Maitake è ritenuto esplicare i suoi effetti in quanto è attivatore di alcune protezioni, come i macrofagi, le cellule Natural Killer, le cellule T, l'interleukina-1 e l'anione superossido, tutte quante con provate attività anti tumorali. Nel 2009, una sperimentazione umana phase I/II ha dimostrato che il Maitake stimola il sistema immunitario dei pazienti affetti da cancro polmonare. Alcuni relativamente ristretti esperimenti su pazienti affetti da tumori hanno rivelato che questo fungo stimola le cellule NK. Anche una ricerca In vitro ha dimostrato che il Maitake attiva le cellule NK. Esperimenti cellulari dimostrano che il Maitake induce l'apoptosi e inibisce la metastasi. L'apoptosi è stata indotta in cellule di cancro alla prostata, e i ricercatori hanno supposto che il fungo può essere attivo anche su umani affetti da questo genere di tumore. Esperimenti In vitro hanno rivelato che il Maitake inibisce la crescita di vari tipi di cellule tumorali. Ristretti esperimenti su pazienti affetti da cancro hanno anche dimostrato in vitro che l'azione antitumorale deve ritenersi rilevante sugli umani. Un esperimento in vivo ha dimostrato che questo fungo stimola il sistema immunitario innato e adattivo di normali topi. Molti ricercatori hanno indicato che il fungo ha l'abilità di regolare la pressione sanguigna, il glucosio nel sangue, l'insulina, il siero del plasma sanguigno e la concentrazione dei lipidi nel fegato, il colesterolo, i trigliceridi, ed i fosfolipidi, e che può essere utile per ottenere cali ponderali o nelle situazioni di insulinoresistenza; molte ricerche dimostrano che l'uso culinario del Maitake ha un effetto ipoglicemico sullo zucchero nel sangue, dovuto al fatto che naturalmente il fungo contiene l'inibitore dell'alfa glicosidasi. Uno studio suggerisce che il fungo da solo può indurre l'ovulazione nelle pazienti con policistosi ovarica e può essere utile come terapia aggiuntiva per i pazienti che hanno fallito il trattamento di prima linea con il clomifene. Nella Medicina tradizionale cinese e giapponese viene utilizzato per stimolare il sistema immunitario.

Diffusione

Le sue aree di diffusione per elezione sono il Giappone, l'Appennino, le pre-Alpi marittime piemontesi e in Sila (Calabria) in Italia. Si trova tra fine agosto, settembre e ottobre nei boschi di latifoglie. In particolare nei ceppi dei castagni tagliati dove si ripresenta, nello stesso posto, in annate alterne (ogni 2-4 anni). Risulta infatti difficile trovarlo tutti gli anni e non è comunque un fungo comune.

Sinonimi

= Boletus cristatus Gouan, Hortus monsp.: 462 (1762) = Boletus frondosus Schrank, Baier. Fl. 2: 616 (1789) = Boletus frondosus Dicks., Fasc. pl. crypt. brit. (London) 1: 18 (1785) = Boletus intybaceus Baumg., Fl. Lips. 2: 631 (1790) = Caloporus frondosus (Dicks.) Quél., Fl. mycol. (Paris): 406 (1888) = Cladodendron frondosus (Dicks.) Lázaro Ibiza, Revta R. Acad. Cienc. exact. fis. nat. Madr. 14: 864 (1916) = Cladomeris frondosa (Dicks.) Quél., Enchiridion Fungorum in Europa Media et Præsertim in Gallia Vigentium (Paris): 168 (1886) = Fungus squamatin=incumbens Paulet, Traité Champ., Atlas 2: 121 (1793) = Grifola albicans Imazeki, J. Jap. Bot. 19: 386 (1943) = Grifola frondosa f. intybacea (Fr.) Pilát, Atl. Champ. Europ. 3: 35 (1936) = Grifola frondosa var. intybacea (Fr.) Cetto, Enzyklopädie der Pilze, Band 1: Leistlinge, Korallen, Porlinge, Röhrlinge, Kremplinge u.a. (München): 317 (1987) = Grifola intybacea (Fr.) Imazeki, Bull. Tokyo Sci. Mus. 6: 98 (1943) = Merisma frondosum (Dicks.) Gillet, Hyménomycètes (Alençon): 692 (1878) = Merisma intybaceum (Fr.) Gillet, Hyménomycètes (Alençon): 692 (1878) = Polypilus frondosus (Dicks.) P. Karst., Bidr. Känn. Finl. Nat. Folk 37: 25 (1882) = Polypilus intybaceus (Fr.) P. Karst., Bidr. Känn. Finl. Nat. Folk 37: 25 (1882) = Polyporus albicans (Imazeki) Teng, Chung=kuo Ti Chen=chun: 762 (1963) = Polyporus barrelieri Viv., Fungi italica: 28 (1834) = Polyporus frondosus (Dicks.) Fr., Systema mycologicum (Lundae) 1: 355 (1821) = Polyporus intybaceus Fr., Epicrisis Systematis Mycologici (Upsaliae): 446 (1838).


02918 Data: 25/08/1999
Emissione: Funghi
Stato: Korea (North)